C’ERA UNA VOLTA… A HOLLYWOOD

C'ERA UNA VOLTA... A HOLLYWOOD

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GENERE:        drammatico

ANNO:             2019

PAESE:            USA

DURATA:         161 minuti

REGIA:            Quentin Tarantino

CAST:              Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Margaret Qualley, Timothy Olyphant, Dakota Fanning, Bruce Dern, Al Pacino, Kurt Russell, Luke Perry

Pellicola difficile da collocare nella filmografia di Tarantino, dopo due western consecutivi (uno di troppo, a mio modesto avviso), Tarantino si sposta alla fine degli anni ’60, nella città in cui è cresciuto, Los Angeles, costruendo una storia che parla di cinema, di attori e, in definitiva, anche di sé stesso. Un film di rottura, quindi, come anni fa lo fu ‘Jackie Brown’, un nuovo inizio, forse, se si tiene conto che secondo quello che ha sempre dichiarato il regista americano, questo sarebbe il suo penultimo film.

L’autore qui racconta, in buona sostanza, un periodo della vita di due amici, le cose più o meno importanti che succedono intorno a loro e le persone che incontrano nel loro cammino umano ed artistico, in una pellicola fatta soprattutto di dialoghi, persone ed immagini, per decodificare la quale ci viene incontro una interessante operazione televisiva messa in opera da Tarantino stesso, una rassegna di 8 pellicole, scelte e commentate dal regista, che servono ad inquadrare meglio la sua nuova opera. La rassegna in Italia è stata trasmessa dai canali tematici Rai, i film sono tutti tratti dalla library della Sony, che produce anche ‘C’era una volta… ad Hollywood’. Si tratta di due western, uno degli anni ’50 ed uno del 1965, che rimandano direttamente alla figura del protagonista del nuovo film di Tarantino, Rick Dalton, un attore in declino che interpretava una serie tv western molto famosa negli anni ’50 e che negli anni successivi ha tentato con alterne fortune la carriera cinematografica, ‘Fiore di cactus’ una commedia di Gene Saks, ‘Bob & Carol & Ted & Alice’, un film che racconta la rivoluzione sessuale della fine degli anni ‘60, vista dalla parte di due coppie benestanti, mentre la componente meno borghese del periodo è raccontata in ‘Easy rider’ e quella politico-sociale è ulteriormente sviscerata in ‘L’impossibilità di essere normale’.

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Chiudono la rassegna ‘ L’amante perduta’ del francese Demy, non un film indimenticabile, ma con evidenti punti comuni con ‘C’era una volta… ad Hollywood’ (le auto, una Mg ed una Cadillac bianca, le lunghe scene in auto, l’amore dichiarato per la città di Los Angeles) e ‘Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm’, l’ultimo film interpretato da Sharon Tate (il successivo ‘Una su 13’ uscì infatti postumo). Metacinematografico e citazionista fino all’eccesso forse per la prima volta nel cinema di Tarantino il film è anche autoreferenziale (il caffè Vega rimanda a Pulp Fiction, la musica che si sente quando Brad Pitt passa davanti al drive-in è quella di Grindhouse), non è certamente il miglior film del regista, questo è certo, ma resta, al di là di qualche lungaggine nei dialoghi, una pellicola da non perdere, con momenti di cinema di qualità elevatissima, impreziosita da un Brad Pitt straordinario e da una Margot Robbie che parla poco (da qui l’insulsa accusa di misoginia al film) ma illumina lo schermo ogni volta che è in scena.

Hannibal the Cannibal

Il mio nome è Cristiano, alias Hannibal the Cannibal, sono cresciuto girovagando con la famiglia al seguito di mio padre, che si spostava molto per lavoro, ho seguito le sue orme lavorando alcuni anni in Nord Africa. Nel nuovo millennio sono tornato 'a casa' ed oggi sono lead programmer in una azienda che crea software gestionali. Amo tutto il cinema ma sono attratto in modo particolare dal cinema 'di genere' e da tutto ciò che è di nicchia.