QUELLE DUE

QUELLE DUE

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GENERE:        drammatico

ANNO:             1961

PAESE:            USA

DURATA:         107 minuti

REGIA:             William Wyler

CAST:               Shirley MacLaine, Fay Bainter, Miriam Hopkins, James Garner, Audrey Hepburn, Veronica Cartwright

Il venticello della calunnia, il sonno della ragione che genera mostri, la banalità del male: un regista da Oscar, due icone della recitazione e dello stile, il grande cinema che sposa l'impegno civile senza inutili pedanterie o ideologismi di sorta: Quelle Due, un film da riscoprire ed amare incondizionatamente.

Karen Wright, Martha Dobie e la zia di quest’ultima, Lily Mortar, dirigono una scuola privata nel Massachussets; un giorno Mary Tilford, una loro allieva piuttosto odiosa ed indisciplinata e per questo messa in punizione, si vendica delle due insegnanti raccontando alla nonna di una loro presunta relazione amorosa; la notizia si propaga a macchia d’olio creando scandalo nella comunità e innescando un effetto domino dalle conseguenze drammatiche…

Adattamento della piece La Calunnia scritta da Lillian Hellman e già trasposta al cinema dallo stesso regista nel 1936 (ma trasformando la vicenda in un triangolo eterosessuale, a causa della rigida censura del codice Hays), Quelle Due rappresenta uno dei film più riusciti ed importanti di un autore cardine della Hollywood storica come William Wyler, tedesco di nascita e naturalizzato americano, il quale, lungo una carriera quasi cinquantennale, ha saputo lasciare il segno nei più svariati generi (durante la seconda guerra mondiale, in qualità di maggiore dell’aviazione, filmò addirittura le azioni dei militari statunitensi nel Mediterraneo, in particolare i bombardamenti nella zona di Salerno e di Battipaglia) con pellicole raffinate e di grande successo popolare (si pensi a una commedia come Vacanze Romane, al noir Ore Disperate o al kolossal Ben Hur).

Wyler riesce qui nella duplice impresa di non fare del mero teatro filmato, a dispetto della matrice del testo di partenza, ma nemmeno un moraleggiante spartito “a tesi”: Quelle Due non perde infatti di vista nemmeno per un istante la sua dimensione spiccatamente cinematografica, offrendo una grande lezione nell’uso degli spazi (consideriamo che il film è quasi interamente ambientato in interni) e dei primi piani (decisivi nel catturare le pieghe emotive dei protagonisti, grazie a prove attoriali superbe – assolutamente gigantesche risultano le due protagoniste Shirley MacLaine ed Audrey Hepburn, senza trascurare la bimba terribile di Karen Balkin, le due megere Fay Bainter e Miriam Hopkins (la quale ne La Calunnia interpretava Martha) nonché James Garner come solido comprimario nei panni del dottor Cardin -), alla quale abbina un montaggio – ad opera di Robert Swink – che lavora di cesello (si veda ad esempio la gestione di tutta la lunga sequenza del suicidio di Martha) per creare una progressione drammaturgica fluida e mai artificiosa, innervata da suggestioni che appartengono al thriller e finanche a certo horror psicologico; il tutto naturalmente al servizio di una sceneggiatura perfetta nel condensare in un’ora e tre quarti mille rivoli e sfumature.

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Wyler documenta l’innesco – a cui fa da pretesto l’“elefante nella stanza” dell’omosessualità, argomento tabù per eccellenza in quegli anni (pensiamo anche ad un’altra opera notevole come Improvvisamente L’Estate Scorsa, scritta per il palcoscenico da Tennessee Williams e portata sul grande schermo da Leo Mankiewicz) – di un processo pubblico che in realtà implica l’emergere di pulsioni profonde e contraddittorie racchiuse nei meandri dell’animo umano (difatti la causa in tribunale nella pellicola rimane solo evocata): la cattiveria diabolica dei più piccoli (il film in originale si intitola non a caso The Children’s Hour), insensibili di fronte alla portata potenzialmente deflagrante di ogni loro illazione (è un tema, se ci pensiamo, poi ripreso da maestri del cinema contemporaneo come Park Chan Wook in Old Boy e Thomas Vinterberg ne Il Sospetto), viene assecondata dal perbenismo delle anziane matrone assurte a custodi della morale o al più caratterizzate come mostri di indifferenza e di cinismo, mentre l’afflato più “progressista” si sfalda dietro dubbi e codardie assortite (si veda la parabola del promesso sposo di Karen) e le stesse vittime finiscono incatenate al senso di colpa, alla vergogna di provare sentimenti percepiti come “sbagliati” (retaggio della riprovazione sociale, certo, ma forse anche condizione di disagio più profondamente intima e complessa); è un tunnel senza uscita, dove la menzogna finisce paradossalmente per rappresentare una verità occultata in prima battuta a se stessi, e la vita e la dignità delle persone si frantumano in modo inesorabile, potendo essere riaffermate solo simbolicamente (il gesto estremo di Martha e la splendida camminata finale a testa alta di Karen in segno di sfida nei confronti degli sguardi ipocriti dei convenuti al funerale – che riecheggia in qualche modo quella di Alida Valli ne Il Terzo Uomo -).

Quelle Due è un’opera necessariamente dura e crudele, che non fa sconti a nessuno, e per la quale si può scomodare a ragion veduta l’aggettivo capolavoro.