VISIONS OF SUFFERING (Versione Originale)
GENERE: horror disturbante, cinema indipendente, surrealista
ANNO: 2006
PAESE: Russia
DURATA: 120 min
REGIA: Andrey Iskanov
CAST: Igor Anikin, Alexandra Batrumova, Svyatoslav Iliyasov, Alexander Shevchenko, Andrey Iskanov, Yukari Fujimoto, Igor Orlov
Film folle e psichedelico questo Visions of Suffering (versione originale) diretto dal regista russo Andrey Iskanov nel 2006, un opera cinematografica oscura che sfida le convenzioni tradizionali del cinema. Caratterizzato da un forte surrealismo e da una narrazione non lineare, il film si erge come un'esperienza estetica disturbante e profonda, trasportando il pubblico in un viaggio catartico di sofferenza sia fisica che psicologica.
I demoni attraversano il confine tra il mondo dei sogni e la realtà da svegli per catturare una vittima e trascinarla nel loro regno da incubo
Difficile definire la trama di Visions of Suffering perchè manca un vero e proprio filo conduttore che tiene insieme le storie dei vari personaggi, sembra più un aver messo su pellicola il libero fluire dei pensieri (contorti, assolutamente contorti!) del regista.
Un uomo si aggira in un bosco alla ricerca di qualcosa, gli alberi espellono schiuma bianca e tra i loro rami si animano strane creature; arriva in prossimità di quella che sembra una strega nel pieno esercizio dei suoi riti esoterici, lei lo vede e lo colpisce. L’uomo si risveglia nel suo letto… era un’incubo, quando fuori piove le sue notti sono sempre tormentate da sogni terrificanti. Il telefono di casa è guasto e chiama il tecnico per ripararlo, un personaggio inquietante con il quale intraprende una discussione sui vampiri e di come siano in mezzo a noi apprendendo anche alcuni metodi per non farli entrare in casa; da quel momento però losche figure cercano di violare il suo domicilio… parallelamente a questi eventi, quella che sembra essere la ragazza dell’uomo, frequenta una discoteca nella quale abusa di qualsiasi droga possibile ed immaginabile; in quel luogo di perdizione troviamo anche un prete drogato e puttaniere che vi si reca alla ricerca del facile piacere che si ottiene pagando. Assistiamo all’assassinio feroce di una donna a mani nude. La fidanzata sfreccia nella notte piovosa in auto mentre una voce fuori campo filosofeggia sui fantasmi che le città nascondono.
Fine prima parte.
Inizio seconda parte.
Il primo protagonista, nel tentativo di sfuggire ai vampiri (?), entra in casa dell’anziano vicino e lo trova intento a cannibalizzarsi le mani (sequenza che vale da sola tutto il film) mentre l’ecclesiastico, ormai in piena balìa delle droghe e degli allucinogeni, ha la mente invasa dal susseguirsi di immagini di violenza inaudita… ma non vado oltre nel racconto… non voglio rovinarti la visione ma sappi che da questo momento in poi il “disturbo” sarà costante ed in crescendo…
“Visions of suffering” non è un film per tutti ne di facile comprensione; la sua trama si dipana su piani narrativi multipli e non lineari contrastando con la tradizionale struttura lineare della narrazione a cui siamo abituati. Questo approccio, criptico e visionario, abbinato all’ampio uso di simbolismi e di metafore porta lo spettatore a vivere immerso costantemente in un clima di ansia e viene condotto a riflettere sulle angosce esistenziali, sulla perdita di identità e sulla natura stessa della sofferenza. Il regista è molto abile però a non dare risposte agli interrogativi che lancia e incoraggia a confrontarsi con il proprio bagaglio emotivo, rifiutando così soluzioni facili o risposte chiare. L’opera di Iskanov potrebbe (uso il condizionale volutamente) essere considerata una critica profonda alla società moderna e alla sua disumanizzazione. La brutalità e l’alienazione mostrate potrebbero essere viste come un richiamo alla desensibilizzazione della società contemporanea verso la sofferenza altrui. Visto anche il costante riferimento a rituali esoterici potrebbe suggerire una riflessione sulla spiritualità e sulla ricerca del significato nella sofferenza.
I personaggi sono enigmatici e sfuggenti, e le loro azioni, accompagnate da dialoghi apparentemente senza senso, rivelano, attraverso una lettura più profonda, significati sottili che definirei delle vere e proprie profonde riflessioni filosofiche.
Dal punto di vista tecnico il film paga il basso budget a disposizione, le sequenze oniriche in computer grafica in stile anni ’90 sono spesso improponibili ed oscene. Ben realizzati invece gli effetti speciali pratici “gore”, la scena del vecchio che si rosicchia le dita della mano è un cult assoluto. Tra le sequenze degne di menzione non posso non citare la scena di necrofilia tra un “vampiro” e il cadavere di una donna. Un’altra pecca risiede nell’eccessiva lunghezza, 2 ore di cripticismo e surrealismo sono veramente pesanti e ho faticato a tenere l’attenzione sempre costante; la splendida colonna sonora composta da musica elettronica e distorsioni è il fiore all’occhiello del film.
“Visions of suffering” sfida lo spettatore ad esplorare l’abisso dell’estetica del dolore e della sofferenza umana, presentandoci un’esperienza intensa e catartica. Con l’uso sapiente di una regia innovativa, di una struttura narrativa non lineare e di un simbolismo complesso, il regista russo ci invita a riflettere su temi universali e a interrogarci sulla nostra stessa esistenza.
Il film è acquistabile sugli store TetroVideo e Goredrome.