UN CHIEN ANDALOU

GENERE: surrealista, horror
ANNO: 1929
PAESE: Francia
DURATA: 16 minuti
REGIA: Luis Buñuel
CAST: Simone Mareuil, Pierre Batcheff, Luis Buñuel, Salvador Dalí, Robert Hommet
"Un Chien Andalou" rappresenta un viaggio nell'irrazionale e nei recessi dell'inconscio umano. La pellicola è stata concepita come un atto di ribellione contro le convenzioni e i cliché cinematografici del suo tempo. Buñuel e Dalí volevano provocare e stimolare lo spettatore, sfidando le norme e rompendo le regole dell'arte e della morale.
Un Chien Andalou è un cortometraggio del 1929, diretto da Luis Buñuel e scritto in collaborazione con Salvador Dalí. Si tratta di una delle opere più rappresentative del cinema surrealista, che si propone di esprimere l’inconscio attraverso immagini simboliche e irrazionali. Il film non ha una trama lineare, ma è composto da una serie di scene apparentemente sconnesse, che creano un effetto di shock e di straniamento nello spettatore.
Il corto inizia con una delle scene più famose e disturbanti della storia del cinema: un uomo che taglia l’occhio di una donna con un rasoio, mentre sullo sfondo si vede la luna che viene coperta da una nuvola. Questa scena, che richiama il tema del taglio e della mutilazione, simboleggia la violenza dell’atto creativo e la volontà di rompere la visione convenzionale della realtà. Il film prosegue con altre scene che mescolano elementi onirici, erotici, macabri e comici, come la mano piena di formiche, il pianoforte trascinato da un prete, il cadavere di un asino su un pianoforte, la donna che viene trascinata per i capelli, il bacio tra due cadaveri, il finale con la scritta “In primavera” e i due amanti sepolti nella sabbia.
Queste scene non hanno una spiegazione logica, ma sono frutto dell’associazione libera tra le immagini che Buñuel e Dalí avevano in mente.

Un Chien Andalou è quindi una sorta di collage visivo, che si basa sul principio del montaggio analogico, cioè la giustapposizione di elementi eterogenei che creano un nuovo significato. È anche una critica alla società borghese e alle sue convenzioni morali e artistiche. Buñuel e Dalí volevano provocare e scandalizzare il pubblico, mostrando scene di violenza, di sesso, di blasfemia e di irriverenza. Il film è infatti pieno di riferimenti alla religione, alla sessualità, alla morte e alla follia, che sono temi ricorrenti nel surrealismo. È anche un’opera di rottura con il cinema tradizionale, che si basava sulla narrazione lineare, sulla verosimiglianza, sulla continuità spaziale e temporale e sulla psicologia dei personaggi. Gli autori invece rifiutano queste regole e creano un qualcosa che è pura espressione dell’inconscio, che non ha una logica, che non ha una coerenza, che non ha una morale.
Possiamo definire a tutti gli effetti Un Chien Andalou un prodotto rivoluzionario, che ha aperto la strada a nuove forme di cinema sperimentale e d’avanguardia. Ha avuto un grande impatto sulla cultura e sull’arte del Novecento, influenzando numerosi registi, artisti, musicisti e scrittori e proprio per questo viene ad oggi considerato una pietra miliare nella storia del cinema.
Per citare solo alcuni esempi di film influenzati da Un Chien Andalou possiamo ricordare Il cappotto di Arlecchino (1931) di René Clair, Il sangue di un poeta (1932) di Jean Cocteau, Il processo (1962) di Orson Welles, Arancia meccanica (1971) di Stanley Kubrick, Eraserhead – La mente che cancella (1977) di David Lynch e Il favoloso mondo di Amélie (2001) di Jean-Pierre Jeunet.
Film completo recuperabile su You Tube – Link esterno al sito