L’ULTIMA CASA A SINISTRA

GENERE: horror, thriller, drammatico, vm 18
ANNO: 1972
PAESE: USA
DURATA: 91 minuti
REGIA: Wes Craven
CAST: Sandra Cassel, Lucy Grantham, David Hess, Fred J. Lincoln, Jeramie Rai, Marc Sheffler, Richard Towers, Cynthia Carr, Martin Kove
Era il 1972 quando Wes Craven esordiva nel mondo del cinema con L’Ultima Casa a Sinistra - film che si muove tra horror, revenge movie e thriller - che, grazie alla sua efferatezza e crudeltà, diventerà un cult indiscusso e fonte di ispirazione per altre pellicole del genere. Una coppia di ragazze viene rapita da una banda di malviventi che le violenterà ripetutamente fino ad ucciderle ma il karma ha in serbo per loro un destino analogo…
Mary Collingwood, giunta al suo diciassettesimo compleanno, ottiene l’autorizzazione da parte dei genitori di trascorrere la giornata in compagnia dell’amica Phyllis, in serata è prevista la partecipazione ad un concerto nella zona più malfamata della città; nel mentre la sua famiglia porta a termine i preparativi per la festa che le stanno organizzando. Le due giovani donne, lungo il percorso che le conduce all’evento musicale, vengono però abbordate da Junior Stanton, un ragazzo che le invita ad entrare nel suo appartamento con la scusa di vender loro della cannabis. Le ignare vittime però si trovano da lì a poco nella rete di un subdolo trabocchetto: sono finite infatti nelle grinfie di una banda di criminali capeggiata da Krug Stillo, uno stupratore, violento e psicopatico, noto per i suoi atti criminali, appena evaso dal carcere ed attualmente in fuga. Con lui i suoi scagnozzi, anch’essi latitanti e non meno folli, Sadie e Fred. I quattro malviventi trascorrono l’intera nottata perpetrando violenza sessuale e umiliazioni a Phyllis, che aveva provato a reagire, sotto lo sguardo terrorizzato ed impotente di Mary.
Il mattino seguente Krug e la sua comitiva conducono le adolescenti nel fitto bosco, in primis per poter abusare di loro indisturbati e in secondo luogo per sfuggire ai goffi tentativi di ricerca da parte della polizia locale. Approfittando di un momento di distrazione, Phyllis riesce miracolosamente a sottrarsi all’orribile prigionia, tuttavia viene celermente raggiunta dai suoi carnefici e uccisa con estrema violenza, smembrata a colpi di machete. Nel frattempo, Mary, lasciata in custodia a Junior (l’anello debole del gruppo), cerca di persuaderlo a lasciarla andare, intuendo l’avversione del ragazzo verso le nefandezze compiute dai suoi compagni. Il suo tentativo di fuga disperata viene però interrotto da Krug, il quale, ancora eccitato per l’uccisione appena compiuta, la sottopone a una violenza sessuale bestiale, per poi inciderle il seno con il macere. Sconvolta, la giovane ragazza si avvicina con passo lento al margine del lago, finché Krug le spara un fatale colpo di pistola alla schiena, ponendo fine alla sua esistenza e alla sua sofferenza.
A sera inoltrata, gli assassini decidono di cercare rifugio presso una casa non molto distante paventando la scusa di un guasto alla loro auto. Il destino vuole che quella dimora, l’ultima abitazione sulla sinistra, sia la residenza dei genitori di Mary. Sotto le mentite spoglie di venditori ambulanti, il gruppo di criminali riesce a ingannarli, finché questi ultimi, scoprendo il cadavere senza vita della propria figlia nel bosco e ritrovando gli abiti intrisi di sangue all’interno di una delle valigie degli assassini, giungono a comprenderne l’atroce destino. Pertanto, inizia la loro vendetta, dando vita ad un’implacabile e sanguinosa strage, perpetrata contro ogni singolo membro della banda, allo scopo di vendicare l’atroce assassinio della loro amata figlia.

Film d’esordio del grande Wes Craven – negli anni seguenti realizzò un cult dietro l’altro, Le colline hanno gli occhi (1977), Nightmare dal profondo della notte (1984), Il serpente e l’arcobaleno (1988), La casa nera (1991) e la saga di film di Scream (fino al quarto capitolo) solo per citarne alcuni – che fece subito capire di che pasta era fatto. Per la trama il regista prese ispirazione da La fontana della vergine (1960) di Ingmar Bergman e, com’è facilmente deducibile, ebbe non pochi problemi con la censura in diversi paesi (non l’Italia) tra cui la Gran Bretagna che tutt’oggi ne vieta la riproduzione nei cinema. Le critiche maggiori arrivano proprio sul concetto di violenza che l’opera esprime, denuncia e tentativo di riscrivere i canoni di un genere o semplice violenza fine a se stessa? Certo è che Craven non risparmia frecciate ne al mondo borghese che viene attaccato attraverso i genitori di Mary, prima benpensanti che si inorridiscono facilmente ma poi assassini spietati e non migliori dei carnefici della figlia, ne alle forze dell’ordine descritte in modo assolutamente ridicolo e grottescamente comico (uno dei due poliziotti è Martin Kove che tutti conosciamo per il ruolo di Sensei John Kreese nella saga di Karate Kid).
Sebbene la prima parte del film sia “fastidiosa” il vero disturbo inizia nella seconda metà con la fuga di Phyllis, la sua uccisione, con una breve sequenza gore, è veramente pesante “da digerire” così come il forte malessere che attanaglia lo stomaco durante lo stupro di Mary… la distruzione della sua purezza e della sua innocenza è un qualcosa di veramente doloroso e non si può non gioire quando i malviventi subiscono il loro contrappasso.
“L’ultima casa a sinistra” negli anni a venire è stato fonte di ispirazione per altre opere diventate cult come ad esempio L’ultimo treno della notte di Aldo Lado e La casa sperduta nel parco di Ruggero Deodato; gli stessi autori del frinchise di Saw l’enigmista hanno dichiarato di citare più volte il film e, per ammissione di Wes Craven, il suo personaggio più iconico, Freddy Krueger, è un’evoluzione di Krug Stillo (si intuisce anche dall’assonanza dei nomi Krug/Krueger), entrambi sono pervertiti che uccidono brutalmente adolescenti. Nel 2005 è stato realizzato un remake dal nome di Chaos (accusato di plagio) che fu un disastro totale mentre nel 2009 lo stesso Craven ha prodotto il vero remake diretto dal regista indipendente Dennis Iliadis.
Con “L’ultima casa a sinistra”, che lo si ami o lo si odi, Wes Craven riscrive un nuovo modo di rappresentare realisticamente la violenza nei film horror.