Per Horror Intendo… Il documentario di Paola Settimini

In un periodo cinematograficamente molto povero, nel quale sembra esserci poco spazio soprattutto per le produzioni indipendenti, è una boccata di ossigeno, oltre che una scelta coraggiosa, l’uscita di questo documentario diretto da Paola Settimini, al cui interno sono presenti anche alcune sequenze di finzione, girate in luoghi estremamente suggestivi della Lunigiana come il Castello dell’Aquila di Gragnola ed il Castello di Verrucola.

L’ autrice, da diversi anni impegnata in importanti iniziative culturali come la direzione artistica del ‘La Spezia Film Festival’, dopo aver partecipato come soggettista e sceneggiatrice, tra gli altri,  a ‘Tirreno power-L’inchiesta giudiziaria e gli impatti del carbone’ (premiato al Videofestival di Imperia del 2015) e ‘Libera stampa in libero stato’, è qui alla terza regia dopo quelle, condivise con Daniele Ceccarini e, rispettivamente, Mario Molinari e Francesco Tassara, di ‘Il nome del padre’ e ‘Bava puzzle’. È proprio nella realizzazione di quest’ultimo progetto che va ricercata, grazie ad una idea del protagonista Lamberto Bava durante le riprese, la genesi di ‘Per horror intendo…’.

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Paola Settimini

L’opera si pone l’obiettivo primario di illustrare cosa sia la paura nel cinema ed il modo in cui essa viene rappresentata, attraverso le testimonianze di alcuni dei più famosi registi, sceneggiatori, scenografi e, più in generale, ‘addetti ai lavori’ attivi nel genere horror nostrano, estendendo poi l’analisi al cinema italiano tout-court, avvalendosi del prezioso aiuto del critico cinematografico Gianluigi Negri e, soprattutto, del professor Roberto Danese dell’Università di Urbino che, sostanzialmente, vanno a scandire la scaletta del documentario, raccordando ed approfondendo i vari interventi anche dal punto di vista tecnico.

Nel contempo, in aggiunta a frammenti di alcuni film citati dagli intervistati, vengono presentate immagini dirette dalla stessa Paola Settimini che ci mostra la sua visione dell’horror, un castello antico e tetro, un ragazzo in fuga, una strega, un gruppo di amici ignari del pericolo che discutono amabilmente, un vampiro (interpretato, in un cammeo, da Matteo Taranto) ed infine un paio di citazioni che riportano alla mente ‘Shining’ di Stanley Kubrick e ‘Psyco’ di Alfred Hitchcock, che rappresentano per chi scrive, e viene da pensare che sia così anche per la regista, due dei film più terrorizzanti della storia del cinema.

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Lamberto Bava e Paola Settimini

Scorrono così rapidamente, contrappuntate dalle musiche di Claudio Simonetti, le parole di Fulvio Wetzl, che ci parla del suo metacinematografico ‘Rorret’, di Aldo Lado, che ricorda i suoi inizi in una Venezia invasa dalle forze alleate dopo la fine della seconda guerra mondiale, di Pupi Avati, che ci mostra una Romagna molto più oscura di quella alla quale siamo stati abituati da Fellini e Guareschi, e poi, citati in ordine sparso, Dario Argento, Lamberto Bava, Antonio Bido, Ruggero Deodato, Antonello Geleng, Sergio Martino, Cristiana Astori, Antonio Tentori, Francesco Barilli, Luigi Cozzi, Claudio Lattanzi ed i fratelli Manetti.

Il documentario di Paola Settimini è prodotto da Cut-up publishing, in collaborazione con Associazione B52 ed Associazione Cinema e Cultura, con la collaborazione della W&B di Fulvio Wetzl, che si occupa anche del montaggio e, in collaborazione con l’aiuto regista Katia La Galante, della sceneggiatura.

Ringraziamo Paola per le foto gentilmente concesse sia del backstage che dei protagonisti.

Hannibal the Cannibal

Il mio nome è Cristiano, alias Hannibal the Cannibal, sono cresciuto girovagando con la famiglia al seguito di mio padre, che si spostava molto per lavoro, ho seguito le sue orme lavorando alcuni anni in Nord Africa. Nel nuovo millennio sono tornato 'a casa' ed oggi sono lead programmer in una azienda che crea software gestionali. Amo tutto il cinema ma sono attratto in modo particolare dal cinema 'di genere' e da tutto ciò che è di nicchia.