THE HUMAN CENTIPEDE. FULL SEQUENCE
GENERE: horror
ANNO: 2011
PAESE: Olanda, Regno Unito
DURATA: 90 minuti
REGIA: Tom Six
CAST: Lee Nicholas Harris, Bill Hutchens
The Human Centipede - Full Sequence. Secondo capitolo della trilogia dell’olandese Tom Six. Se avevo apprezzato la prima sequenza per la scelta stilistica del non eccedere nei litri di sangue e nella violenza, il secondo capitolo è tutta un'altra storia! Ma proseguiamo per gradi.
Come nel film precedente l’unica figura degna di nota è il protagonista. In questo caso è Martin Lomax (Laurence R. Harvey), un ragazzone obeso con problemi mentali ma sopratutto con l’ossessione per il film “The Human Centipede I“. Lo guarda più volte al giorno, ne colleziona ritagli di giornale e studi medici, arriva al punto di praticare masochisticamente dell’autoerotismo e di allevare un centipede in teca.
Da bambino è stato abusato dal padre e chiunque incontri lo maltratta e lo umilia: madre folle inclusa (citazione di Psycho di Alfred Hitchcock), personaggio cinico ben studiato ed estremamente grottesco. Insomma non gli manca nulla per essere un eccellente caso psichiatrico.
Il suo lavoro è quello di custode in un parcheggio sotterraneo e, neanche a dirlo, sfrutta la sua occupazione per rapire individui al fine di realizzare il suo grande progetto: emulare il dottor Heiter! Ma con molte più persone e senza competenze mediche (bella la sequenza in cui apre la valigia e la riempie con utensili da cucina, arnesi per il bricolage e una spara chiodi).
Da qui in avanti ci troviamo ad assistere ad un “torture porn” violento e sanguinoso, crudo ed eccessivo. In alcuni momenti talmente estremo ed irreale da farmi restare ironicamente basito.
Sebbene il lungometraggio sia strettamente legato al suo predecessore presenta comunque delle notevoli differenze e non sembrano diretti entrambi da Tom Six.
L’ambientazione non è più una villa maniacalmente ordinata con sala chirurgica annessa ma una Londra piovosa, degradata e un fetido e umido magazzino. Il film è interamente monocromatico, la luce fredda e pulita di First Sequence ha lasciato spazio ad un bianco e nero molto aggressivo nei contrasti (solo un particolare è colorato, vi lascio indovinare cosa), ruvido, sporco, angosciante.
Una genialità che non si può non apprezzare è il “coinvolgimento” di Quentin Tarantino (ma non vi anticipo nulla) e l’omaggio a Kill Bill nel sangue di color nero.
In sostanza “Full Sequence” è sicuramente un film particolare, a metà strada tra il mainstream e l’underground condito con qualche sequenza veramente geniale. La regia e la fotografia sono ben studiate.
È una pellicola europea quindi libera dai tabù delle produzioni americane, realmente eccessiva e politicamente scorretta. Ve ne consiglio la visione ma l’importante è avere un buon stomaco.