ATHENA

ATHENA

Athena i cinenauti recensioni film serie tv cinema

GENERE:         drammatico, azione

ANNO:             2021

PAESE:            USA

DURATA:         97 minuti

REGIA:            Romain Gavras

CAST:              Dali Benssalah, Alexis Manenti, Anthony Bajon, Karim Lasmi, Radostina Rogliano 

Presentato in concorso all'ultima Mostra di Venezia e accolto dai pareri contrastanti di pubblico e critica, Athena nasce dalle menti e dallo sforzo produttivo di due amici, Romain Gavras, figlio d'arte del grandissimo Costantin Costa Gavras e Ladj Ly, attore, sceneggiatore e regista già autore nel 2019 di un'opera come I Miserabili che andava anch'essa a mettere il dito nella piaga purulenta delle periferie transalpine.

Parigi: in seguito alla notizia dell’uccisione di un ragazzino arabo, Idir, attribuita ad alcuni poliziotti ma avvenuta in circostanze piuttosto oscure, si scatena una feroce aggressione ad un commissariato guidata dal fratello Karim; dopo averne devastato e saccheggiato i locali il gruppo fugge e si asserraglia nella propria banlieu, chiamata Athena; nel marasma generale si muovono anche altri due fratelli di Idir, il militare Abdel, il quale, richiamato in fretta e furia da una missione, tenta in tutti i modi di placare l’ira degli insorti e di favorire una tregua per evacuare in sicurezza le famiglie inermi intrappolate nei palazzoni del quartiere ormai isolato, e il maggiore Moktar, interessato principalmente a proteggere i propri affari illeciti; ma la situazione si fa di ora in ora sempre più tesa e quando la polizia decide di fare irruzione in massa non può che verificarsi una fatale resa dei conti…

Presentato in concorso all’ultima Mostra di Venezia e accolto dai pareri contrastanti di pubblico e critica, Athena nasce dalle menti e dallo sforzo produttivo di due amici, Romain Gavras, figlio d’arte del grandissimo Costantin Costa Gavras (messosi in luce con alcuni video musicali piuttosto controversi – su tutti quello del brano Stress del gruppo electro-dance Justice, nel quale si vede una gang di nordafricani che si abbandona a violenze sconsiderate, e quello del singolo Born Free della cantante rap inglese di origine Tamil M.I.A., ispirato alle atrocità compiute contro quella etnia nella guerra civile in Sri Lanka -, nonché con un paio di interessanti lungometraggi, Our Day Will Come e Il Mondo È Tuo), e Ladj Ly, attore, sceneggiatore e regista già autore nel 2019 di un’opera come I Miserabili – premiata dalla giuria al festival di Cannes e arrivata a competere per il premio Oscar come miglior film internazionale -, che andava anch’essa a mettere il dito nella piaga purulenta delle periferie transalpine.

Athena i cinenauti recensioni film serie tv cinema

Una tragedia greca, dunque, dichiarata già nel titolo e messa in scena attraverso personaggi dai tratti archetipici (il condottiero giovane, ribelle e perciò vittima del proprio idealismo, il militare tutto di un pezzo ma piano piano ghermito dalla furia ineluttabile degli eventi, la scheggia impazzita, la madre dolente e persino una sorta di enigmatico “deus ex machina”): Athena, la guerra, che però diviene strada facendo “una questione privata”, per dirla con Beppe Fenoglio; ma Gavras lascia da
parte il retroterra per concentrarsi sul qui e ora, l’incendio che travolge tutto e tutti veicolato via social nelle sue cause e nei suoi effetti, poiché il “reale” ormai è rappresentato, mediato, costruito da un onnipresente “grande fratello”, cosicchè pure le rivolte si fanno in diretta su Youtube o su Instagram (e quanto questo stato di cose presti il fianco a distorsioni e manipolazioni lo vediamo esplicitato nel finale).

Il regista parigino sceglie di basare il suo lavoro sull’uso del piano sequenza (straordinario quello iniziale di ben undici minuti, ma in tutto il film possiamo apprezzarne molti e di complessa realizzazione), non certo come mero vezzo stilistico ma per la precisa esigenza narrativa di stare addosso ai suoi protagonisti, pedinarli, coglierne smorfie, umori, accessi, e allo stesso tempo contestualizzarli all’interno di un’architettura urbana che è un vero e proprio “nonluogo” di quelli teorizzati dal grande antropologo, non a caso francese, Marc Augé; evita però intelligentemente di scadere nel finto-documentaristico, muovendo la macchina da presa nell’ottica di creare inquadrature che non perdano mai di vista una spiccata dimensione visionaria e spettacolare.

Il valore di un’opera come Athena non va allora ricercato in una disamina socio-politica che rimane “implicita” e quindi in superficie (cosa che è stata rimproverata, a mio parere a torto, al film) ma nel suo status di puro action adrenalinico, cupo, disperato, girato e recitato come il Dio del cinema comanda (colpisce soprattutto l’esordiente Sami Slimane nei panni di Karim) e da godere per l’ora e mezza abbondante della sua durata trattenendo il fiato; senza considerare, poi, che una rappresentazione così secca, ma a suo modo poetica, di questi uomini-topo chiusi dentro ad una trappola che è in primo luogo mentale e poi fisica, assume comunque una precisa valenza politica, poiché ragiona, alla maniera di tanti celebrati maestri orientali, su quanto la vendetta sia il sentimento più viscerale, totalizzante ma anche inutile di tutti quelli possibili nello spettro dell’animo umano.