Rude Boys (presentato in quattro serate esclusive tenutesi a Genova, Milano, La Spezia e Bologna lo scorso gennaio, in attesa di altre date) è un progetto concepito e realizzato dagli Asado Film, collettivo di musicisti e filmaker formato dal regista Francesco Traverso, dal bassista/tastierista della band indie pop Ex-Otago Olmo Martellacci, dal cantautore spezzino Matteo Fiorino e dal dubmaster Gabriele Repetto, alias U’Elettronicu; l’idea alla base di questa “extravaganza” (così definita dagli stessi autori) è quella di tornare agli albori del cinema attraverso un’esperienza di sonorizzazione “live” delle immagini che scorrono sullo schermo. L’opera è prodotta e distribuita da Emic Entertainment, etichetta discografica che si prende cura di produrre, sviluppare e diffondere musica e artisti.
Un ragazzo si alza dal letto, si fa una doccia e, mentre si sta vestendo, avverte la presenza di un losco figuro che vuole fare irruzione nel suo appartamento; tenta allora di fuggire ma ben presto viene raggiunto, immobilizzato e portato via con la forza…
Questo l’incipit di un mediometraggio che, partendo appunto dal recupero del “muto”, omaggia poi in special modo il genere poliziottesco reso iconico negli anni settanta da registi come Umberto Lenzi, Enzo G. Castellari, Stelvio Massi ecc., senza disdegnare incursioni nel fantastico e nel grottesco; spaziando tra locations semideserte che quasi evocano uno scenario post-apocalittico, Rude Boys ci porta all’interno di una lotta tra bande composte in egual misura da tipici malavitosi con gli occhiali scuri e l’espressione truce e da individui mascherati che rimandano ad un universo fumettistico-superoistico; non mancano momenti più onirici e visionari come l’apparizione di una misteriosa ed affascinante odalisca (interpretata dalla maestra di yoga Livia Porzio) o quella di una sorta di sadico mimo dal volto pitturato di bianco, personaggio che riporta alla mente il Mistery Man di Strade Perdute di David Lynch: numerosi sono insomma gli addentellati, rielaborati con passione cinefila e mano sicura dalla regia di Francesco Traverso.
La colonna sonora (che consta di undici tracce ed è stata pubblicata anch’essa a gennaio) non può naturalmente esimersi dall’assecondare queste coordinate, sostanziandosi di conseguenza su un impasto di funk, jazz, prog e lounge (eseguito con indubbia perizia) che va a formare quel caratteristico groove ipnotico e “nervoso” (il motivo portante, dal quale scaturiscono tutte le variazioni, si stampa subito in testa) capace di riecheggiare i lavori dei maestri di quella stagione gloriosa (i vari Riz Ortolani, Piero Umiliani, Franco Micalizzi, Luis Bacalov, Piero Piccioni, Stelvio Cipriani, Oliver Onions e naturalmente Ennio Morricone), per poi concedersi anche un intermezzo “etnico” ad accompagnare la performance della Porzio.
In definitiva possiamo sicuramente affermare che con Rude Boys (prima puntata di una saga destinata ad arricchirsi con altri episodi, come arguiamo dalle sequenze finali) gli Asado Film hanno lanciato una proposta artistica peculiare ed intrigante che speriamo raccolga meritati consensi.