L'ottava meraviglia (del mondo) - Patsy Kensit
Dagli scandali sentimentali alle luci della ribalta: Patsy Kensit, l'eterna ribelle del pop britannico che ha conquistato il cuore del pubblico fin da bambina. Da piccola star della pubblicità a icona degli anni '80 con gli Eighth Wonder, passando per quattro matrimoni con rockstar e una carriera d'attrice in continua evoluzione. La sua vita è un romanzo che intreccia musica, cinema e amori turbolenti, compreso quello con Liam Gallagher degli Oasis. Scopri il percorso unico di una delle personalità più affascinanti dello show business britannico.
Mi si perdonerà il giochino dialettico tra il gruppo musicale nel quale ha suonato e la sua bellezza, la protagonista di questo articolo, infatti, l’ottava meraviglia (del mondo) alla quale mi riferisco, è Patsy Kensit, un’altra dark lady, ma in questo caso suo malgrado, dopo Linda Fiorentino e Shannen Doherty.
Di origini irlandesi, Patsy nacque nel Sud di Londra ed a 4 anni divenne già attrice, interpretando nove titoli, alcuni tutt’altro che di secondo piano, come attrice-bambina. Tra di essi ricordo ‘Il grande Gatsby’ di Jack Clayton, ‘Il giardino della felicità’ di George Cukor, ‘Una strada, un amore’ di Peter Hyams e ‘Lady Oscar’ di Jacques Demy. Poco più che teenager ottenne un discreto successo come cantante degli ‘Eight Wonder’, un gruppo pop nel quale suonava con il fratello, partecipò al Festival di Sanremo due volte (1987 e 1988) come ospite, venne scritturata per una commedia musicale (che a fronte di un buon budget fu un discreto flop), girò poi ancora un paio di film, anche se in Italia la si ricorda soprattutto perché mostrò una tetta sul palco dell’Ariston dopo un famoso e controverso incidente con il vestito (la cosa fu da molti ritenuta tutt’altro che accidentale), mentre cantava la canzone ‘Will You Remember’.
Quando la giovane cantante-attrice-modella decise di ritirarsi definitivamente dalle scene musicali per dedicarsi completamente al cinema, nel 1989, aveva solamente 21 anni, ed in quel momento aveva probabilmente già fatto più esperienze di molte sue colleghe in un’intera carriera. E’ necessario ritornare per un attimo alle origini di Patsy Kensit, per capire perché, questa ragazza dal fisico minuto che incornicia un volto triste e bellissimo, è dovuta diventare adulta così in fretta, ed anche perché l’ho definita una dark lady, suo malgrado.
Patsy nacque il 4 marzo del 1968 a Lambeth, nel sud di Londra, la madre Margaret Rose Doohan era una ex modella irlandese che faceva la segretaria, mentre il padre, James Henry Kensit, era ufficialmente un commerciante di antiquariato. Quello che per molto tempo la figlia non seppe, però, è che ‘Jimmy the Dip’, come era chiamato nell’ambiente della malavita, era un gangster. Figlio di un rapinatore e falsario, James era legato alla famigerata famiglia Kray (Reginald Kray fu anche padrino del fratello di Patsy), ma fece affari anche con membri della famiglia Richardson, che per la particolare efferatezza dei loro crimini erano noti anche come ‘Torture gang’.
A causa di questa vita turbolenta, James trascorse molto tempo in prigione, lasciando la famiglia in grandi difficoltà economiche, Patsy ricorda come spesso da bambina era costretta a dormire per terra in alloggi di social housing di fortuna. Facciamo a questo punto di nuovo un salto in avanti per arrivare al 1986, quando Patsy Kensit aveva ormai superato quei momenti bui e faceva la modella e la cantante, dopo aver abbandonato il cinema nel 1979, quando aveva 11 anni, avendo avuto, negli anni successivi, solamente un paio di sporadiche apparizioni in serie tv. In quel momento il regista britannico Julian Temple era alla ricerca della protagonista femminile di ‘Absolute beginners’, un bizzarro musical, omaggio agli anni ’60 della ‘Swinging London’, per il quale erano stati già scritturati David Bowie e Sade.
La giovane promessa della musica con un passato da attrice sembrava quindi la scelta più ovvia per il ruolo, ma anche se divenuto col tempo un cult, il film non ebbe molto successo, e dal punto di vista finanziario fu un vero e proprio disastro. Nonostante questo, ‘Absolute beginners’ rilanciò la carriera cinematografica della Kensit, che per 3 anni la affiancò a quella musicale. In quel periodo (dopo la famosa apparizione al Festival di Sanremo citata in precedenza) l’attrice inglese lavorò anche in Italia, girando ‘Don Bosco’ di Leandro Castellani nel 1988 e ‘Blue Tornado’ di Antonio Bido nel 1991, ma il grande (seppur effimero) successo, che la convinse a lasciare definitivamente la musica, arrivò nel 1989, con ‘Arma letale 2’ di Richard Donner, nel quale interpretò un’impiegata dell’ambasciata sudafricana negli U.S.A., in pieno apartheid.
La carriera della giovane attrice non proseguì però come ella si aspettava, si contano pertanto sulle dita di una mano i film da ricordare, ‘Beltenebros’, di Pilar Mirò, del 1991, ‘Presenze’ di Rusty Lemorande, del 1992, ‘Angeli e insetti’ di Philip Haas, del 1995, ‘Best’ di Mary McGuckian, del 2000 e ‘Bad Karma’ di John Hough, del 2002. Tra il 2004 ed il 2006 la Kensit è diventata una star della tv inglese grazie alla soap opera ‘Emmerdale’, che ha però abbandonato prematuramente, ritenendola troppo impegnativa, e quindi incompatibile col suo ruolo di madre. Patsy ha comunque continuato a lavorare in tv sporadicamente, ed in diverse vesti, anche negli anni successivi.
Attrice, cantante, modella, qualche volta l’impressione che Patsy Kensit ha lasciato è che la sua poliedricità non fosse una caratteristica peculiare, quanto piuttosto frutto dell’indecisione su quello che avrebbe voluto veramente fare ‘da grande’. Il suo legame con la musica, d’altro canto, non si è mai interrotto neppure dopo lo scioglimento degli Eight Wonder, lo dimostra il fatto che Patsy si è sposata quattro volte (divorziando dopo poco tempo in tutte le occasioni), sempre con persone di quell’ambiente, Dan Donovan dei Big Audio Dynamite, Jim Kerr dei Simple Minds, Liam Gallacher degli Oasis ed infine il DJ Jeremy Healy.
Questi sono i 3 film da lei interpretati che mi sento di consigliare:
‘Arma Letale 2, del 1989, di Richard Donner, con sceneggiatura di Jeffrey Boam.
Nel film Patsy Kensit interpreta Rika van den Haas, segretaria del console sudafricano Arjen Rudd (Joss Ackland), nella colonna sonora viene usato anche un brano degli Eight Wonder. Secondo episodio della arcinota tetralogia iniziata nel 1987, che vede ancora come protagonisti Mel Gibson e Danny Glover nei ruoli, rispettivamente, di Martin Riggs e Roger Martaugh. I due detective di Los Angeles, dopo un rocambolesco inseguimento, trovano alcuni sospetti in possesso di una ingente quantità di krugerrand d’oro, una moneta sudafricana. Su richiesta del consolato straniero vengono però rimossi dall’incarico e destinati alla protezione di un testimone federale, Leo Getz (Joe Pesci), il quale, peraltro, risulta legato alla vicenda, essendo specializzato nel riciclare denaro di provenienza illecita. Riggs, non avendo nessuna intenzione di mollare il caso, inizia a molestare apertamente Rudd ed a flirtare con la sua segretaria, Rika, ragazza giovane e di idee liberali, contraria all’apartheid. L’indesiderata frequentazione porterà Rika a diventare un obiettivo del suo capo, coinvolto in un traffico internazionale di droga, e del suo scagnozzo Vorstedt, un killer che, anni prima, si era reso responsabile dell’uccisione della moglie di Martin Riggs, per il quale la vicenda va quindi ad assumere anche connotazioni di carattere personale.
Action divertente e fracassone, ‘Arma letale 2’ riesce a valorizzare particolarmente una Patsy Kensit in grado di calarsi perfettamente nel ruolo della giovane idealista ma un po’ ingenua, vittima di circostanze che la sovrastano.
‘Absolute beginners’, del 1986, di Julien Temple, tratto da un romanzo di Colin MacInnes.
Film più ambizioso che bello, che l’eclettico Julian Temple trae da un romanzo dedicato alla vita della Londra della fine degli anni ’50, caratterizzata dai primi successi della musica rock e da qualche tensione razziale.
La pellicola è caratterizzata da un cast impreziosito da musicisti di conclamata fama, oppure in grande ascesa, come David Bowie, Sade e, appunto, la giovanissima Patsy Kensit (nel ruolo di Suzette). Presentato fuori concorso a Cannes nel 1986, ‘Absolute beginners’ uscì in pompa magna in Gran Bretagna nell’Aprile dello stesso anno ma, nonostante il roboante tam-tam mediatico, venne stroncato dalla critica e non riuscì ad attecchire neppure sul pubblico, finendo per portare sull’orlo del baratro la casa produttrice Goldcrest, peraltro reduce da un altro gigantesco flop, ‘Revolution’ di Hugh Hudson. Negli anni, soprattutto grazie al cast ed alla colonna sonora di grande impatto, la pellicola è stata ampiamente rivalutata.
‘Best’, del 2000, di Mary McGuckian, con sceneggiatura della regista con la collaborazione di John Lynch.
Ho preferito questo film a ‘Bad karma’ di John Hough, nel quale Patsy Kensit ha un ruolo decisamente più importante, perché in fondo la vita dell’ex calciatore-rockstar ha qualcosina a che fare, se non direttamente con lei, certamente con l’ambiente degradato nel quale la Kensit è cresciuta. Il film narra la romanzesca storia del calciatore nordirlandese George Best, interpretato da John Lynch, dagli esordi fino al successo ottenuto con il Manchester United, e la sua definitiva consacrazione, con l’accoppiata Coppa Campioni- Pallone d’oro del 1968, fino ai suoi problemi di alcool ed il declino inesorabile, prima sportivo, poi fisico.
All’uscita del film Best era ancora vivo, anche se aveva già subito un trapianto di fegato, e compare in un cammeo, morirà però pochi anni dopo di cirrosi epatica.