DIABOLIK
DIABOLIK
GENERE: azione, poliziesco
ANNO: 2021
PAESE: Italia
DURATA: 133 minuti
REGIA: Manetti Bros. (Antonio Manetti, Marco Manetti)
CAST: Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roja, Serena Rossi, Roberto Citran, Claudia Gerini
Il film dei Manetti si ispira, in tutta la prima parte, a ‘L’arresto di Diabolik’, terzo numero della serie originale del fumetto, il primo nel quale comparve Eva Kant, destinata a diventare la inseparabile compagna e complice del protagonista. La città di Clerville è terrorizzata da un misterioso, spietato ed inafferrabile ladro mascherato, che si fa chiamare Diabolik, alle sue calcagna, apparentemente impotente, si affanna la polizia della città, guidata dall’ispettore Ginko.
Angela Giussani, moglie di Gino Sansoni, proprietario della casa editrice Astoria, convinse il marito ad investire su un progetto editoriale innovativo, che raccontasse storie gialle brevi, con un formato tascabile ed un costo limitato, pensando, come target commerciale, ai numerosi pendolari che all’epoca viaggiavano soprattutto su treni ed autobus. La casa editrice, gestita dalla stessa Angela Giussani, venne chiamata Astorina e, ispirandosi al francese Fantomas e ad un episodio di cronaca avvenuto a Torino a fine anni ‘50, in cui un omicida che si firmò ‘Diabolich’ si prese gioco delle autorità locali, iniziò la pubblicazione di un fumetto che, mischiando ad atmosfere gialle classiche ingredienti più moderni e cupi, ottenne, dopo un paio di numeri ‘di rodaggio’, ottimi riscontri. Nato quindi nel 1962 in modo semi-amatoriale, Diabolik, che raggiunge quest’anno il prestigioso traguardo dei 60 anni di pubblicazione, venne ulteriormente raffinato nel tempo anche grazie all’aiuto della sorella minore di Angela, Luciana, che iniziò a collaborare al fumetto a partire dal numero 14.
Nel 1968 le sorelle Giussani decisero di provare ad ampliare ulteriormente il loro pubblico, concedendo lo sfruttamento cinematografico del loro personaggio al produttore Dino De
Laurentiis, ne nacque un film bellissimo, diretto da Mario Bava, con atmosfere molto pop ed immagini quasi psichedeliche, che si distaccava però in modo significativo dal modello originale e, quindi, non piacque granchè alle autrici. Inspiegabilmente mal accolto anche in patria, prima di un recente e comunque tardivo recupero, il film di Bava coprì a malapena l’investimento economico iniziale quindi, nonostante la buona accoglienza all’estero, l’idea di un sequel (che pure era inizialmente previsto) venne rapidamente accantonata, ed il cinema si dimenticò di Diabolik per i successivi 40 anni.
Le sorelle Giussani, d’altro canto, scottate dall’esperienza, non vollero più concedere il loro personaggio a nessuno a meno che non fosse consentito loro un ampio controllo sul risultato finale. Solo in tempi recenti (2012), dopo la morte delle creatrici di Diabolik, sostituite alla direzione della casa editrice da Mario Gomboli, si è iniziato a parlare di una serie tv prodotta da Sky, progetto poi naufragato, ed un film, realizzato infine nel 2021, dopo una lunga genesi, dai fratelli Manetti.
Il film dei Manetti si ispira, in tutta la prima parte, a ‘L’arresto di Diabolik’, terzo numero della serie originale del fumetto, il primo nel quale comparve Eva Kant, destinata a diventare la inseparabile compagna e complice del protagonista. La città di Clerville è terrorizzata da un misterioso, spietato ed inafferrabile ladro mascherato, che si fa chiamare Diabolik, alle sue calcagna, apparentemente impotente, si affanna la polizia della città, guidata dall’ispettore Ginko. Il rapinatore vive sotto lo pseudonimo di Walter Dorian con la fidanzata Elisabeth Gay, che ignora i suoi segreti, i due risiedono in una elegante villa molto isolata, nel giardino della quale si cela uno dei numerosi nascondigli di Diabolik. Un giorno in città arriva dal Sudafrica Eva Kant, donna bellissima rimasta vedova da poco di un uomo molto ricco ed anziano, deceduto in modo assai sospetto durante una battuta di caccia, che ha deciso di tornare nella sua città di origine.
La donna frequenta controvoglia, per pura convenienza, un politico corrotto di Clerville, Giorgio Caron, e possiede un prezioso gioiello, il Diamante Rosa, che attira le attenzioni di Diabolik. Penetrato nella stanza dell’hotel di lusso nel quale Eva alloggia, Diabolik viene sorpreso da Lady Kant che, per nulla intimorita, confessa all’uomo che il diamante è un falso dichiarando di essere stata costretta a cedere l’originale anni prima, per pagare dei loschi figuri che la ricattavano a causa del suo passato oscuro. Eva chiede al rapinatore di verificare il valore del diamante e, una volta appurata la veridicità delle sue parole, di riconsegnarlo a lei, in modo da poterlo usare negli eventi mondani a cui è solita partecipare, per salvare le apparenze. Verificato che il diamante è effettivamente un falso, anche se ben fatto, Diabolik torna a collocarlo nella cassaforte dell’hotel come promesso, ed incontra di nuovo Eva. La ragazza sembra ancora non intimorita, anzi, perfino affascinata dal temutissimo rapinatore, e chiede, ottenendolo, di vedere il vero volto dell’uomo.
Tra i due scatta immediatamente la scintilla della passione. Elisabeth, nel frattempo, sempre più turbata ed insospettita dalle numerose assenze del compagno, scopre l’esistenza di una botola in giardino e chiama la polizia, permettendo così all’ispettore Ginko di preparare una trappola ed arrestare Diabolik al suo ritorno a casa. Al pubblicizzatissimo processo contro il criminale non manca di partecipare Eva Kant, che riesce a comunicare con Diabolik durante le udienze attraverso l’alfabeto Morse, riuscendo quindi ad organizzareun geniale piano di evasione raggirando Caron. Eva ottiene, grazie al politico che la accompagna, un incontro con il prigioniero in carcere, prima che venga messa in atto la sua esecuzione. La ragazza ne approfitta per drogare Caron e sostituirlo a Diabolik, utilizzando una delle maschere che recupera in un nascondiglio di riserva del partner. Dopo l’esecuzione di Caron mascherato, Diabolik ne prende il posto ed organizza un clamoroso furto a Ghenf, nella banca dove il politico tiene i proventi della sua corruzione, ma Ginko si accorge dello scambio di persona, scopre il piano del criminale e riesce ad intervenire in tempo per fermarlo, sarà ancora Eva a salvare l’amato dalla cattura all’ultimo istante, ed i due da lì in poi faranno coppia fissa.
Come accennato la genesi del progetto è stata molto complessa, avendo richiesto oltre 3 anni, il soggetto è stato scritto dai registi, fan di lunga data del fumetto, con Michelangelo La Neve ed il direttore di Astorina, Mario Gomboli, che si è riservato anche la supervisione complessiva del progetto, come avrebbero voluto le sorelle Giussani. Nonostante le radici francesi del personaggio, al film è stata data una forte connotazione nazionalista, essendo stato girato completamente in Italia tra Courmayer, Bologna, Milano e Trieste, scelta che si è rivelata assai efficace anche grazie a fotografia e scenografia, che risaltano in modo particolare all’interno della pellicola. Anche il cast è tutto italiano, Diabolik è interpretato da Luca Marinelli, un ottimo attore che però non appare del tutto adatto al ruolo, tanto che non farà parte del già annunciato seguito, più in parte un sommesso (forse anche troppo) Valerio Mastandrea nel ruolo di Ginko e, soprattutto, Miriam Leone nel ruolo di Eva Kant (alla quale vengono restituiti l’iconico chignon e l’aspetto alla Grace Kelly, particolari la cui mancanza, nella Marisa Mell di Bava, avevano contrariato le sorelle Giussani). Ancora meno azzeccati risultano alcuni personaggi secondari come Roja (Caron) ed i poliziotti di Ghenf, inspiegabile risulta inoltre l’uso di inflessioni dialettali (peraltro di luoghi diversi) di molti dei comprimari. Molto affascinante invece è la colonna sonora, con le canzoni originali di Manuel Agnelli che risultano particolarmente azzeccate e valorizzano in maniera sublime il lungo inseguimento nella notte che si vede nei primi minuti della pellicola.
In definitiva ‘Diabolik’ è un film certamente imperfetto ma comunque interessante, che ha suscitato pareri contrastanti in pubblico e critica, ma ha avuto l’indiscutibile merito di tornare a far parlare molto di una pellicola italiana, cosa tutt’altro che scontata negli ultimi tempi.