ULTIMO MONDO CANNIBALE
ULTIMO MONDO CANNIBALE
GENERE: horror vm 18, azione, avventura, drammatico
ANNO: 1977
PAESE: Italia
DURATA: 93 minuti
REGIA: Ruggero Deodato
CAST: Massimo Foschi, Me Me Lai, Ivan Rassimov
Ultimo mondo cannibale è il primo capitolo de "la trilogia dei cannibali" del maestro "Messieur Cannibal" Ruggero Deodato. Film crudo e violento che lascia ben poco all'immaginazione, ispirato ad una storia vera mai confermata, riprende le tematiche forti del cult Cannibal Holocaust, ma con una decisa virata verso il puro survivor horror. Tutt'oggi censurato o "tagliato" in molti paesi possiamo consideralo un'opera molto difficile da digerire e a tratti fortemente disturbante.
Un gruppo di ricercatori vola fin nel cuore della giungla di Mindanao, nelle Filippine, per unirsi alla spedizione che li ha anticipati alla ricerca di un giacimento petrolifero; sono Robert (Massimo Foschi), il suo amico ed antropologo Rolf (Ivan Rassimov), il pilota Charlie e l’assistente Swan. Purtroppo l’atterraggio non è dei migliori e il velivolo riporta seri danni, tuttavia le brutte notizie non finiscono qui perché, giunti al campo base, lo trovano abbandonato e raso al suolo dalla feroce tribù locale dei Manabu, dediti al cannibalismo. Sopraggiunge il buio e i quattro, riparato l’aereo, decidono di tornare sui loro passi alle prime luci dell’alba. Nella notte però Swan sparisce e durante la ricerca della ragazza il pilota rimane vittima di una trappola, Rolf si perde nella fitta vegetazione e Robert viene rapito da una seconda tribù di selvaggi. Vittima di violenze, abusi e torture riesce a scappare portando con se un’avvenente indigena, Palen (Me Me Lay), che risulterà fondamentale per la sopravvivenza. Nella faticosa fuga in quel territorio nemico ed ostile i due amici si ritrovano ma vengono altresì scoperti dai Manabu e la corsa per la sopravvivenza si fa ancora più dura.
Dopo il successo internazionale de “Il paese del sesso selvaggio” (conosciuto all’estero come “Mondo Cannibale“) venne chiesto allo stesso Umberto Lenzi di girarne il seguito. L’accordo non andò a buon fine (il regista di Massa Marittima pretendeva un cachet troppo elevato) e la palla passò nelle mani di Ruggero Deodato che intitolò il film Ultimo Mondo Cannibale (Jungle Holocaust).
Deodato o si ama o si odia, non possono esistere mezze misure davanti al genio di quest’uomo e Ultimo Mondo Cannibale non sfugge a questa regola. Preparatevi a vedere un film crudo, che non lascia nulla all’immaginazione: violenza, torture, stupri, brandelli di corpi macellati e divorati, sesso animalesco… o avete uno stomaco forte o ne uscirete veramente disgustati e frastornati. Mentre vi scorreranno davanti le immagini sentirete quintali di sporco sulla vostra pelle e i polmoni soffocati dall’umidità tangibile della giungla, condividerete gli stati d’animo del protagonista, nudo ed inerme davanti alla naturale brutalità di un mondo primordiale.
Alcune sequenze hanno fatto la storia; vale la pena citare l’indigeno mangiato dalle formiche che penetrano la sua carne da ferite che gli sono state inferte ma soprattutto lo smembramento di Palen di un realismo sconvolgente; quella cassa toracica aperta mi ha portato alla mente l’episodio di Vikings quando viene perpetrata “l’aquila di sangue”.
L’aspetto documentaristico da Mondo Movie è sempre presente e sono molte le scene inserite, in fase di montaggio, di violenza tra animali; come da tradizione non mancano neanche le vergognose uccisioni di animali veri ma in quantità minore rispetto ad altri titoli del filone.
I dialoghi sono ridotti al minimo e non poteva essere diversamente visto il contesto di incomunicabilità nel quale si muovono i protagonisti; le musiche d’accompagnamento sono determinanti nella definizione delle emozioni che questa pellicola riesce a trasmettere; le immagini sono grezze e sporche con la telecamera sempre in prima linea a restituirci un prodotto a metà strada tra Found Footage, B-Movie e mockumentary.
Concludo accennando al finale de Ultimo Mondo Cannibale, summa dell’intera pellicola, che ci mostra un Robert spogliato della sua civiltà e perfettamente consapevole di cosa deve fare per poter sopravvivere: adattarsi a quel mondo ed uniformarsi ai suoi carnefici, ma a che prezzo?