LADY SNOWBLOOD
LADY SNOWBLOOD
GENERE: azione, revenge movie, arti marziali, drammatico
ANNO: 1973
PAESE: Giappone
DURATA: 97 minuti
REGIA: Toshiya Fujita
CAST: Meiko Kaji, Toshio Kurosawa, Masaaki Daimon, Akaza Miyoko, Shinichi Uchida
"Lady Snowblood" (titolo originale: 修羅雪姫, Shurayuki-hime) è un film del 1973 diretto da Toshiya Fujita, basato sul manga omonimo di Kazuo Koike e Kazuo Kamimura. In un carcere di Tokyo, una donna muore dopo aver dato alla luce una bambina chiamata Yuki. Prima di spirare, la madre definisce la neonata una "bambina degli inferi", destinata alla vendetta.
La storia segue Yuki Kashima, interpretata magistralmente da Meiko Kaji, una donna nata in prigione e cresciuta con un unico scopo: vendicare la sua famiglia, brutalmente assassinata prima della sua nascita da quattro furfanti. Il film, che si svolge in un Giappone in transizione, dove le antiche tradizioni feudali si scontrano con la modernizzazione dando vita ad un substrato sociale ricco di contrasti e tensioni sociali, è suddiviso in 4 capitoli narrativi.
Capitolo primo: La vendetta lega amore e odio
Yuki, nata in prigione e definita “bambina degli inferi”, compie vent’anni e inizia la sua vendetta uccidendo Genzō Shibayama. Cerca gli altri tre responsabili: Banzo Takemura, Gishiro Tsukamoto e Okono Kitahama. Un flashback rivela la tragedia familiare e l’addestramento di Yuki dal monaco Dokai.
Capitolo secondo: Bambole piangenti di bambù degli inferi
Yuki trova e uccide Banzo Takemura, ora malato e povero. Incontra sua figlia Kobue, costretta a prostituirsi per le medicine del padre che a sua svolta sperpera quei quattro soldi al gioco dei dadi.
Capitolo terzo: Ombrello di sangue, cuore di fiori
Yuki scopre la presunta morte di Gishiro. Incontra Ryūrei Ashio, uno scrittore che narra la sua storia. Affronta Okono Kitahama, che sfugge ma viene poi trovata morta. Ryūrei si rivela figlio di Gishiro, ancora vivo ad insaputa di tutti anche del figlio.
Capitolo quarto: La casa delle gioie, l’ultimo inferno
Durante una festa in maschera, Yuki affronta e uccide Gishiro. Nel confronto finale, Ryūrei viene ferito. Yuki, uscendo ferita, viene pugnalata da Kobue che a sua volta è intenzionata a vendicare il padre. Crolla sulla neve, lasciando il suo destino incerto.
Toshiya Fujita dimostra una maestria eccezionale nella regia. Il suo stile visivo è una fusione tra estetica tradizionale giapponese ed influenze cinematografiche moderne. L’uso sapiente del colore, in particolare del rosso del sangue contro il bianco della neve e dei kimono, crea immagini visivamente molto suggestive. Le scene d’azione violente e al contempo eleganti sono coreografate con estrema precisione, Fujita riesce a trasformare la violenza in una forma d’arte, creando sequenze che sono diventate negli anni iconiche e riprese da altri registi e cineasti.
Sarebbe riduttivo associare “Lady Snowblood” al semplice revenge movie. L’opera infatti esplora temi molto profondi come il peso del destino, il ciclo della violenza e la ricerca di un’identità in un mondo in cambiamento. Il personaggio di Yuki è un simbolo complesso: da un lato incarnazione della vendetta, dall’altro vittima di un destino che non ha scelto. Il film offre anche una critica non troppo velata alla società giapponese dell’epoca, mettendo in luce le disuguaglianze sociali e il trattamento delle donne. La figura di Yuki, forte e indipendente, sfida gli stereotipi di genere tradizionali.
Altro elemento che rende quest’opera un cult è la colonna sonora che, composta da Masaaki Hirao, è un elemento fondamentale nell’ accompagnare le fasi della narrazione. Il tema principale, “Shura no Hana” (The Flower of Carnage), cantato dalla stessa Meiko Kaji, è diventato tanto iconico da essere ripreso da Quentin Tarantino in “Kill Bill” nella sequenza del duello tra La Sposa e O-Ren Ishii. Mettendo insieme tutti questi elementi Fujita ci trasporta in un’atmosfera unica sospesa tra realismo storico e dimensione quasi onirica.
“Lady Snowblood” ha esercitato un’influenza significativa non solo sul cinema giapponese, ma anche su quello mondiale. L’esempio più eclatante di questa influenza è rappresentato, come anticipato qualche riga sopra, da “Kill Bill” di Quentin Tarantino, in cui il regista rende ripetutamente omaggio al film nipponico.
Le similitudini tra le due opere sono molteplici e profonde. Innanzitutto, entrambe ruotano attorno al tema centrale della vendetta, alla quale le protagoniste dedicano interamente la propria esistenza. In entrambi i casi, la motivazione scatenante è un tragico dramma familiare. La struttura narrativa non lineare e la suddivisione in capitoli costituiscono un altro importante elemento di congiunzione tra i due film.
Addentrandoci nei dettagli, emergono numerosi altri richiami:
- Le spettacolari scene di duello sulla neve.
- Il personaggio di O-Ren Ishii in “Kill Bill”, che può essere interpretato come una trasposizione moderna di Yuki.
- L’uso esagerato e stilizzato degli spruzzi di sangue durante i combattimenti.
- Le elaborate coreografie dei duelli.
- L’utilizzo della canzone “The Flower of Carnage” in “Kill Bill”, tratta direttamente da “Lady Snowblood”.
- La presenza di mentori (Dokai in “Lady Snowblood” e Pai Mei in “Kill Bill”) e i loro metodi di addestramento estremi.
- La caratterizzazione complessa degli antagonisti, che in entrambe le opere sono presentati come personaggi a tutto tondo, dotati di un proprio background e di motivazioni articolate.
Queste numerose analogie testimoniano non solo l’ammirazione di Tarantino per “Lady Snowblood”, ma anche l’impatto duraturo che questo film ha avuto sull’estetica e sulla narrazione del cinema d’azione e di vendetta. L’opera ha infatti contribuito a definire un linguaggio visivo e narrativo che continua a influenzare i registi contemporanei, dimostrando come il cinema giapponese abbia saputo plasmare l’immaginario cinematografico globale.
Per gli amanti del cinema del Sol Levante, della cultura nipponica e per chiunque apprezzi un cinema che sa unire azione, estetica e profondità tematica, “Lady Snowblood” rimane un’esperienza imperdibile, un viaggio visivo e emotivo nel cuore oscuro della vendetta e nella possibilità di redenzione.