Sono Gilberto, alias John il boia Ruth, la mente che ha dato forma a questo progetto. Nella vita mi occupo di web: dal marketing alla grafica, dalla progettazione di siti ai Social Network. Ne I Cinenauti ho voluto fondere il mio lavoro, che amo, con la mia più grande passione, il cinema. Prediligo gli horror, meglio se estremi e disturbanti, i thriller, i fantasy e i film d'azione. Insomma divoro qualsiasi cosa cercando di non farmi condizionare dai pregiudizi.
CANI ARRABBIATI
(Mario BAVA, 1974)
Mario Bava è stato uno tra i più influenti e prolifici registi del cinema italiano. Dopo molte pellicole horror di culto, si cimenta in qualcosa di diverso e dà alla luce “Cani Arrabbiati”. Probabilmente la sua opera migliore che diventerà un faro per la produzione cinematografica internazionale futura. Basti pensare a “Le Iene” di Tarantino e a tutto il cinema pulp.
ROCCO E I SUOI FRATELLI
(Luchino VISCONTI, 1960)
Probabilmente l’opera maggiore di Luchino Visconti, ispirata ai racconti Il ponte della Ghisolfa di Giovanni Testori. Rosaria Parondi, da poco vedova, decide di trasferirsi a Milano con i suoi quattro figli. Nel capoluogo lombardo vive già, in procinto di sposarsi con Ginetta, il quinto figlio Vincenzo. L’intenzione della madre è cercare di garantire alla sua progenie un futuro, cosa che nel povero paesello del sud non sarebbe stato possibile.
BABY DRIVER
(Edgar WRIGHT, 2017)
Baby (Ansel Elgort): occhiali da sole, cuffie perennemente nelle orecchie, qualche iPod in tasca e un’abilità speciale, la guida spericolata. I suoi genitori sono morti quando era bambino in un’incidente stradale, vive con il padre adottivo paraplegico e sordo-muto e, per saldare un vecchio debito, lavora alle dipendenze del malavitoso DOC (Kevin Spacey, ingrassato appositamente per l’occasione).
THE WITCH
(Robert EGGERS, 2015)
Horror atipico, non fatevi ingannare dal titolo, non assisterete ne ad effetti speciali ne a malefici e riti splatter. E’ un film elegante, morboso, d’atmosfera, lento, dove succede poco ma dove i dettagli sono fondamentali. Ad infondere inquietudine sono le cupe atmosfere e i tormenti interiori dei personaggi. Lo definirei un film drammatico in cui si mescola sapientemente la componente horror.
THE NEON DEMON
(Nicolas Winding REFN, 2016)
Breve premessa iniziale: The Neon Demon non è un film commerciale adatto a tutti e non è un horror in senso stretto come viene di solito catalogato. E’ un lungometraggio, con una storia in se molto semplice, ma complesso nella valutazione e nella lettura. D’altra parte è diretto da Nicolas Winding Refn (NWR), o lo si ama o lo si odia, le vie di mezzo non sono ammesse.
THE HUMAN CENTIPEDE (First Sequence)
(Tom SIX, 2009)
Era da qualche anno che volevo vedere questo horror di Tom Six, oggetto di critiche sia esaltanti che mortificanti. Primo capitolo di una trilogia composta anche da The Human Centipede II Full Sequence e The Human Centipede III Final Sequence.
GLI INVASATI
(Robert WISE, 1963)
Molti di voi conoscono o hanno visto una delle serie evento del 2018 marchiata Netflix, Hill House. Ma forse non tutti sanno che questo serial altro non è che un remake (così come The Haunting di Jan de Bont del 1999). Il film a cui si ispira è Gli Invasati di Robert Wise del lontano 1963.
THE SINNER (Stagione 1)
(Dal creatore Derek SIMONDS, 2018)
Mini serie thriller di otto puntate basata sul romanzo omonimo della scrittrice tedesca Petra Hammesfahr. Inizialmente era prevista solo la prima stagione ma dato il successo di critica è stata rinnovata per una seconda. Si tratta di un serial antologico con unico anello di collegamento il detective Ambrose.
HAUNTED
(Da un’idea di James DEMONACO, 2018)
“Haunted” non è una vera e propria serie tv ma una docu-serie antologica. Ovvero un documentario strutturato come una serie tv dove ogni puntata è indipendente e coinvolge attori diversi.. Le stagioni ad oggi sono due e composte da sei episodi ciascuna di circa mezzora l’uno.
IL PRIMO RE.
(Matteo ROVERE, 2018)
L’alba di Roma, il mito della fondazione della città eterna, la leggenda dei due fratelli Romolo e Remo narrata, nei toni dell’epicità barbara e della brutalità, da Matteo Rovere. Questo è cinema d’autore!